venerdì 31 agosto 2012

God Save Giuseppe Rossi

El Pepito

Un campione con le quattro frecce e il crociato maledetto: perché Pepito non può tornare in Italia (per ora)
A meno di 24 ore dalla fine del calciomercato estivo l’attenzione delle società del Belpaese, almeno quelle dal buon blasone e dal portafoglio non ancora vuoto, è tutta volta alla ricerca del botto finale, del colpo in grado di eccitare la curva e deliziare i palati fini dei commentatori televisivi e non. In particolare, i più richiesti sono i “bomber”, le prime punte, quei giocatori incaricati di finalizzare le azioni offensive e garantire un discreto numero di gol a fine stagione. Quelli, insomma, che eccitano le tifoserie, fanno scalare le classifiche, rilanciano il merchandising delle società e non infilano troppo il coltello nelle piaghe dei disastrati bilanci italiani.
Eppure a ovest del Mediterraneo, sul versante spagnolo, c’è uno dei talenti italici più cristallini degli ultimi anni che chiede aiuto a presidenti e dirigenti di casa nostra: egli è Giuseppe Rossi, “Pepito” per i fanatici dei soprannomi, la sfortuna fatta calciatore.
Ex bambino prodigio, ma anche ex grande promessa del nostro pallone, il trequartista nato negli States da genitori abruzzo-molisani è infatti intrappolato al Villareal a causa, come ben sapete, di un bruttissimo duplice infortunio al crociato anteriore del ginocchio destro che lo tiene fermo da quasi un anno ( 26 ottobre 2011: Real Madrid-Villareal 3-0), che lo ha già costretto a finire sotto i ferri e che ben presto lo farà tornare nuovamente in sala operatoria.
Un vero peccato, se considerate che “Pepito” con la sua imprevedibilità, il suo dribbling secco e il suo innato fiuto del gol ha fatto le fortune di Parma prima e Villareal sopratutto, portando il Sottomarino Giallo a eccellenti risultati nazionali ed europei (piazza d’onore in Liga nel 2007-08, semifinale europea persa contro il Porto nel 2010-11), impensabili per una cittadina grande poco più di Empoli.
Non solo: Rossi si era fatto apprezzare anche in chiave-Nazionale, guadagnandosi la fiducia di Lippi e del suo successore Prandelli che lo consideravano elemento chiave per segnare e far divertire i supporter tricolori.
Il destino però ha voltato le spalle a “Pepito” e quel maledetto 26 ottobre ha segnato forse definitivamente la sua carriera ancora in rampa di lancio. Oggi Rossi è illogicamente un calciatore della Segunda Divisiòn spagnola (il Villareal, senza di lui, è mestamente retrocesso), la sua quotazione è crollata come i vecchi Bond argentini, adesso siamo tra gli 8 e i 10 milioni di euro solo per quello che ha fatto in passato. Basterebbe poco per prenderlo, curarlo e magari aspettarlo sperando che riesploda nuovamente, ma le italiane non ne vogliono sapere, preoccupate che il suo crociato possa diventare una nota dolente alla voce “uscite” del bilancio.
Il suo procuratore, Federico Pastorello, parla di “ultima occasione sprecata per riportarlo in A” e di una “feroce concorrenza estera per gennaio”. Avrà ragione? Avrà torto? Chissà. Intanto il povero Pepito si guarda la Champions alla TV e in Italia, la sua Italia, ci può andare solo per fare il turista. E pensare che la Juve ha affidato le sue euro speranze a Nicklas Bendtner. Poerannoi.
Simone Sagulo
@SaguReSole

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