Se c' è una rivalità nel calcio che si possa definire epica è quella che contrappone il Barcelona al Real.
Da una parte i buoni, gli esteti del calcio, massimi esponenti del tikitaka, il reiterato possesso palla iberico, esempio da seguire per quanto riguarda la crescita dei giovani calciatori vedasi la tanto declamata Cantera. Dall' altra parte i cattivi, guidati dall' allenatore più antipatico degli ultimi 20 anni, ma al contempo fra i più vincenti di sempre. I cattivi non hanno la Cantera, comprano direttamente i più forti del mondo, perché è così dai tempi del loro grande presidente Santiago Bernabeu, perché così non devi pagare qualcuno che li guidi dalla panchina. I cattivi non giocano il tikitaka: sono fisicità, sventagliate precise a tagliare il campo, predominanza atletica, cinismo calcistico allo stato puro.
Sono molti gli incroci fuori dal campo fra questi 2 modi così diversi di fare calcio. Il primo che mi viene in mente riguarda Alfredo Di Stefano, uno non propriamente scarso. Ai tempi, e parliamo dei primi anni 50, il ragazzo militava nei millionarios, la più grande squadra colombiana di sempre, che trovó con i blaugrana l' accordo per cederlo in Europa. Ma, succedeva già allora, il cartellino non apparteneva completamente ai colombiani, ebbene era in quella che possiamo definire comproprietà fra i millionarios e il river plate, i millionarios d' argentina, il barca non aveva un accordo col river e in questa bagarre si infiló il Real Madrid che riuscì a trovare un accordo col river m non con il millionarios. Era il caos.
Intervenne un signore un po controverso, Francisco Franco detto El Generalisimo che con un decreto stabilì che il giocatore dovesse disputare una stagione a Madrid e una in catalogna. Un affronto. I catalani per protesta si ritirarono dalla trattativa e Di Stefano divenne il più grande di sempre, parola di Pelé, vestendo la camiseta Blanca.
In questi giorni si è disputata la doppia sfida di Supercoppa, ennesimo capitolo di questa epopea. Questa partita ha avuto un grande significato, perché ha evidenziato come certe filosfie così diametralmente opposte alle volte facciano il giro e si incontrino. Dopo i primi 10 minuti il Real era già in vantaggio di un gol: tentativo di intervento sciagurato di Mascherano, che si diletta in una spaccata degna di Anbeta Toromani dimenticandosi però di impattare il pallone, Victor Valdes alla mercè del Pipita Higuain che dopo averlo graziato pochi minuti prima lo trafigge con un tunnel.
Il mancato intervento di Mascherano è l' emblema del primo tempo catalano, offensivamente spenti e anemici di idee quanto prigionieri delle loro paure, e quelle stesse paure si riassumono in una sigla: CR7.
Il lancio dalla difesa scavalca il centro campo e il gigante Piqué trema, la sua determinazione vacilla. Ne approfitta così Ronaldo, Che con una magia di tacco porta via il pallone e si guadagna la libertà di uno stop balbettante, neanche la sfortuna può nulla contro il fenomeno che scaraventa il pallone verso la rete, valdes può solo piegare la traiettoria, il goal è inevitabile.
Il Barça è piegato, i blancos infieriscono. Ronaldo sfugge alla marcatura di Adriano che non puó fare altro che aggrapparsi e stenderlo: il rosso inevitabile.
Eppure il Barca ha ancora qualcosa per tentare di scalfire la scintillante armatura dei cavalieri bianchi. Un Po di tikitaka, iniesta riesce ad arrivare al limite dell' area e riesce ad ottenere un calcio di punizione capitalizzato magistralmente da Leo Messi. 2 a 1
Il Barça non vuole morire.
Finisce il primo tempo. Nel secondo le parti si invertono, è il Barça a riacquistare certezze, il canovaccio tattico torna a essere quello che ha caratterizzato gli ultimi anni, palla al Barça. E gli altri aspettano. Dietro la linea del pallone, dopo 5 minuti di noioso e stopposo possesso palla ecco che mascherano verticalizza, scappa sulla linea del fuorigioco Pedro il cui tiro si infrange sul muro chiamato Iker Casillas. Altre 2 occasioni per parte. Ma si è capito subito che il Barça non avrebbe potuto recuperare. Passerella per Modric, pezzo pregiato del mercato madridista. Il mercato ai tempi della crisi,la trattativa è stata degna di nota forse ne avremo modo di parlarne più avanti. Anche questo è il Clasico, e io lo amo.
Sinceramente vostro
Federico
@Fedde_arr
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