lunedì 3 settembre 2012

Stessa spiaggia, stesso mare (di polemiche)


Arbitri disastrosi e campi inguardabili: in Serie A nulla di nuovo all’orizzonte, anzi.

Mi è capitato in passato di assistere ad alcune gare del campionato di Terza Categoria, l’ultima del panorama calcistico italiano, l’ultima un po’ in tutti i sensi. Livello tecnico modesto, campetti di periferia dove ad innaffiare troppo c’è il rischio di far nascere pomodori, arbitri mediocri che per fischiare un rigore ed espellere qualche “maestro” del fallo da tergo prendono giusto giusto il rimborso benzina (e a giudicare dai prezzi della verde, non credo che tale rimborso basti a coprire la spesa per raggiungere Roccacannuccia o Monculi sopra Empoli).
Ebbene, la seconda giornata dì Serie A, l’elite del pallone nostrano che dovrebbe essere tutto il contrario del dilettantismo allo stato puro, ha richiamato alla mia mente proprio quei campetti di periferia che l’erba non la vedono da decenni e quegli arbitri mediocri di cui sopra. E’ un mio pensiero, ma qualcuno che la Terza l’ha vista da vicino il paragone l’avrà fatto.

Non è certo passata inosservata la “spiaggia” del San Paolo di Napoli, stadio dalla enorme capienza e dal prato (mi fa senso anche chiamarlo in questo modo) inesistente. Il match di ieri tra Napoli e Fiorentina sembrava fosse giocato a Milano Marittima più che nel capoluogo campano: ci mancava solo che per fare le porte si usassero le infradito. Una pugnalata al petto per gli esteti del calcio, un pericolo per i fragili arti inferiori dei 22 calciatori in campo perché su un terreno così si può infortunare anche Seedorf che ha le gambe di marmo. Uno spettacolo indegno, dunque, per i 32mila del San Paolo che si chiedono se con il costoso biglietto per entrare allo stadio si paga anche il compenso del giardiniere.
Io mi domando e dico: l’ultima gara giocata al San Paolo prima di ieri è Napoli-Siena del 13 maggio.
Dal 13 maggio al 2 settembre c’è un intervallo di 111 giorni, se la matematica mi assiste. Possibile che in tutto questo tempo non c’è stato modo di curare il terreno di gioco e renderlo presentabile per l’esordio della nuova stagione? De Laurentiis ha sentenziato: sarà pronto tra un mese. Speriamo non stia parlando del raccolto.
Passiamo ai soliti scempi della classe arbitrale. Ogni anno designatori, Federazione e addetti ai lavori vari si e ci promettono di non ripetere più gli errori della passata stagione e affermano “che quest’anno i nostri arbitri sono bravi, giovani e preparati”. Non solo: la tanto ventilata sudditanza psicologica a favore delle “grandi” è un’illazione di cattivo gusto e l’imparzialità dei fischietti italiani non è in discussione. Passati 180’, a me pare che si vada indietro come i gamberi.
Brevemente, i fatti: Udinese-Juventus sullo 0-0, Giovinco scappa via verso la porta con il pallone che rimbalza e sta per essere intercettato dalla “Formica Atomica”, il portiere friulano Brkic esce come un Frecciarossa, ma “deraglia” e prende la capoccia dello juventino al posto del pallone. Rigore assegnato: ok. Rosso diretto a Brkic: ma siamo matti? Il serbo effettivamente commette fallo, ma figuriamoci se una cosa così è da espulsione. L’inflessibilità ingiustificata di Valeri spiana la strada alla Vecchia Signora, che poi ne farà altri tre subendone uno solo, ma certamente gli schemi erano già saltati e le scatole di patron Pozzo giravano già al dodicesimo del primo tempo.
Altra partita, stessa solfa: Bologna-Milan sullo 0-0, Boateng lancia Pazzini che fa a sportellate con Cherubin, l’ex interista fa di tutto per buttare giù il difensore felsineo, va a finire che cadono tutti e due. Tagliavento è vicino, ma non distingue i colori delle magliette e indica il dischetto. Cose da pazzi, è proprio il caso di dirlo, perché il “Pazzo”, quello rossonero, firma l’1-0 che sblocca la partita e fa imbestialire il “Dall’Ara”. Finirà poi 3-1 per il Milan; i riflettori si spengono, ma il disastro del fischietto di Terni rimane.
Insomma, ben ritrovata Serie A. Ahimè, non sei cambiata proprio per niente.
Simone Sagulo
@SaguReSole

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